Nella
rete trovi di tutto, trovi anche un’App sul lavoro e non funziona. La settimana
scorsa girovagando su internet mi sono soffermato su un’applicazione sul
lavoro, ormai facciamo moltissime cose attraverso lo smartphone. Ma la cosa
interessante è ci viene proposta addirittura dal Ministero del Lavoro e
delle Politiche Sociali per offrire servizi sia ai cittadini alla ricerca di un
posto di lavoro sia per facilitare le aziende a trovare la manodopera. Ho scaricato
quest’App - cliclavoro (foto A) - di solito prima di istallare ci sono i
commenti degli utenti che l’hanno scaricata. E sono tutti commenti negativi.
Non fidandomi dei pareri (c’è ne sono una quarantina se non di più) ho voluto
provare di persona. Ed ecco il primo intoppo: per ottenere username e password
bisogna obbligatoriamente registrarsi al portale www.clicalavoro.gov.it (foto B) e dal telefono non mi apre il collegamento,
quindi ci vuole un Pc. Oltre alla funzione
di invio delle candidature (che non funziona), ClicLavoro localizza le Agenzie
per il Lavoro e i Centri per l'impiego più vicini alla propria posizione (foto C). Ma quando metto Campobasso…(foto D) non c’è niente, eppure c’è! E’ un’App che
bisogna migliorarla? Fatto sta che il lavoro è latitante ma questo è un dato di
fatto, oppure c’è ma pagato in nero o meglio ancora sottopagato. Il vero
problema del mercato del lavoro in Italia sono le tasse sul lavoro. Una
diminuzione del cuneo fiscale (riguarda chiunque abbia un lavoro o speri di
trovarlo o voglia assumere qualcuno) consentirebbe ai datori di lavoro di
assumere e ridare slancio alla produttività. E’ un circolo vizioso. Ma vuoi che
il Governo abbassi le tasse? No, per carità!