lunedì 18 aprile 2016

Stai cercando lavoro? C'è un'App... che non funziona!

Ci viene proposta addirittura dal Lavoro Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali

Nella rete trovi di tutto, trovi anche un’App sul lavoro e non funziona. La settimana scorsa girovagando su internet mi sono soffermato su un’applicazione sul lavoro, ormai facciamo moltissime cose attraverso lo smartphone. Ma la cosa interessante è ci viene proposta addirittura dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali per offrire servizi sia ai cittadini alla ricerca di un posto di lavoro sia per facilitare le aziende a trovare la manodopera. Ho scaricato quest’App - cliclavoro (foto A) - di solito prima di istallare ci sono i commenti degli utenti che l’hanno scaricata. E sono tutti commenti negativi. Non fidandomi dei pareri (c’è ne sono una quarantina se non di più) ho voluto provare di persona. Ed ecco il primo intoppo: per ottenere username e password bisogna obbligatoriamente registrarsi al portale www.clicalavoro.gov.it  (foto B) e dal telefono non mi apre il collegamento, quindi ci vuole un Pc.  Oltre alla funzione di invio delle candidature (che non funziona), ClicLavoro localizza le Agenzie per il Lavoro e i Centri per l'impiego più vicini alla propria posizione (foto C). Ma quando metto Campobasso…(foto D) non c’è niente, eppure c’è! E’ un’App che bisogna migliorarla? Fatto sta che il lavoro è latitante ma questo è un dato di fatto, oppure c’è ma pagato in nero o meglio ancora sottopagato. Il vero problema del mercato del lavoro in Italia sono le tasse sul lavoro. Una diminuzione del cuneo fiscale (riguarda chiunque abbia un lavoro o speri di trovarlo o voglia assumere qualcuno) consentirebbe ai datori di lavoro di assumere e ridare slancio alla produttività. E’ un circolo vizioso. Ma vuoi che il Governo abbassi le tasse? No, per carità!






giovedì 31 marzo 2016

Spazio Ardeatina, area per grandi e piccini

E’ stato inaugurato a Roma il 19 e 20 marzo all’uscita 24 del Grande Raccordo Anulare

Divertimento, socializzazione, luogo di incontro e, soprattutto, senza barriere architettoniche. Questo è Spazio Ardeatina, inaugurato il 19 e 20 marzo. E’ situato a Roma in via Ardeatina, 933 (uscita 24 Grande Raccordo Anulare), con l’obiettivo di creare uno spazio polifunzionale per i più piccoli e grandi. Numerosi i servizi:  bar e gastronomia; parco giochi per accogliere tutti i bambini, compresi quelli disabili, grazie alle strutture senza barriere architettoniche; sala per feste per poter organizzare battesimi, comunioni, compleanno, meeting; area sosta camper (sicura ed economica) per lasciare il proprio camper e visitare Roma (l’area sosta è anche a disposizione per soste brevi o lunghe, auto, minibus e pullman) e organizzazione di eventi (dal mercatino domenicale a ogni genere di manifestazione).
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PER INFORMAZIONI:
via Ardeatina, 933 - uscita 24 Grande Raccordo Anulare - Roma
Tel. 348.3360762 - 335.205537
E-mail: 
via Ardeatina, 933 - uscita 24 Grande Raccordo Anulare - Roma
Tel. 348.3360762 - 335.205537 E-mail: info@spazioardeatina.it Sito: www.spazioardeatina.it 

mercoledì 30 marzo 2016

Il referendum sulle trivelle

Le regioni Basilicata, Calabria, Campania, Liguria, Marche, Molise, Puglia, Sardegna e Veneto saranno chiamate al voto il prossimo 17 aprile 

Il prossimo 17 aprile gli italiani saranno chiamati al 67° referendum abrogativo della storia repubblicana, per la prima volta richiesto dalle regioni Basilicata, Calabria, Campania, Liguria, Marche, Molise, Puglia, Sardegna e Veneto. La domanda che si troverà stampata sulle schede è "Volete che, quando scadranno le concessioni, vengano fermati i giacimenti in attività nelle acque territoriali italiane anche se c'è ancora gas o petrolio?" Dunque chi vuole eliminare le trivelle dai mari italiani deve votare sì, chi vuole che le trivelle restino senza una scadenza deve votare no. Affinché il risultato possa essere valido dovrà essere votato dal 50% degli italiani più uno degli aventi diritto. Si voterà dalle 7 alle 23 e lo scrutinio inizierà immediatamente dopo la chiusura dei seggi.
La storia dell’Italia inizia con un referendum: era il 2 giugno del 1946 e i cittadini italiani furono chiamati a scegliere fra monarchia e repubblica. Il referendum rientra, insieme all’iniziativa legislativa popolare e alla petizione, tra gli istituti di partecipazione diretta dei cittadini alla democrazia. Nel nostro ordinamento il referendum abrogativo e costituzionale.
“Art. 75 della costituzione italiana – E’ indetto referendum popolare per deliberare l’abrogazione, totale o parziale, di una legge o di un atto avente valore di legge, quando lo richiedono cinquecentomila elettori o cinque Consigli regionali. Non è ammesso il referendum per le leggi tributarie e di bilancio, di amnistia e di indulto, di autorizzazione a ratificare trattati internazionali. Hanno diritto di partecipare al referendum tutti i cittadini chiamati ad eleggere la Camera dei deputati. La proposta soggetta a referendum è approvata se ha partecipato alla votazione la maggioranza degli aventi diritto, e se è raggiunta la maggioranza dei voti validamente espressi. La legge determina le modalità di attuazione del referendum”





mercoledì 23 marzo 2016

Internet, quante “bufale”

Nel web ci sono sempre più notizie ingannevoli e false

La Bufala non è la femmina del bufalo ma è peggiore. E’ una notizia falsa, ingannevole, che altera la realtà dei fatti. Notizie che modificano le opinioni verso un argomento, una persona o una situazione. Questo accade nel web, cioè Internet. Ci vuole coraggio a raccontare false notizie per soldi. Leggerle fa guadagnare a chi le scrive. Crei un sito di “articoli falsi”, lo condividi su Facebook e Twitter (i maggiori social network) e aspetti che gli utenti, ignari, clicchino sul link. Poi entrando nel sito, si troveranno di fronte ai banner pubblicitari (di cui alcune si apriranno in automatico appena entrati nel sito per leggere la "notizia"). Alcuni utenti risponderanno e continuano a cliccare, e il gioco è fatto. Più clicchi ed è maggiore il guadagno. E’ sempre così. Mi chiedo, come si fa a lucrare sulle false notizie. Dalle morti degli attori, dei personaggi pubblici o a quelle delle disgrazie, dei fenomeni quali bullismo e via dicendo?



lunedì 21 marzo 2016

Lo dice Twitter: il Molise è triste

Non fa statistica l’indagine fatta da iHappy su un campione di post pubblicati

Questa volta a finire sulla cronaca nazionale (Corriere della Sera) l’indagine sulla felicità degli italiani. A detenere nel 2015 l’ultimo ed il penultimo, tra le 110 province italiane, Isernia (47,2) e Campobasso (48,1) La classifica regionale, appunto, dice che il  Molise è fanalino di coda con il 47,6%, dunque è peggiorata nella classifica rispetto al 2014. Questo è il responso di iHappy che attraverso l’analisi del contenuto emotivo dei milioni di tweet pubblicati quotidianamente, stila ogni anno la graduatoria delle città più felici e più tristi della penisola. Uno tra più noti social network  Twitter, in automatico, rende disponibile un campione di post identificati come “felici” (messaggi di gioia, allegria) e un campione di “infelici” (ansia, rabbia, paura). Il campione diffuso è limitato e non ha alcuna valenza statistica che lo renda rappresentativo degli umori dell’intero popolo di Twitter. Questa indagine si basa sulle le differenze territoriali (per il terzo anno consecutivo la Puglia (54,4) si conferma ai vertici nella classifica della felicità italiana), 24 ore di felicità (l’umore cambia da quando di alzi a quando prendi sonno), le principali determinanti della felicità degli italiani (per esempio Natale, Pasqua…) o gli eventi che hanno maggiormente inciso sulla felicità degli italiani (attentati, terremoti ecc.).


sabato 19 marzo 2016

La festa del Papà



Io e mia figlia, Cecilia
Mio padre
Si, si… io sono fortunato avere una figlia ed un padre.  Il 26 agosto del 2004 è nata Cecilia, proprio quel giorno finivo la radioterapia. Mi ricordo che anticipai l’ultima seduta, volevo assistere al magnifico evento, sì stavo diventando padre, emozione unica. Per questo portai i pasticcini a tutti, dottori e personale che mi hanno accompagnato in questa avventura. Volevo festeggiare la nascita di mia figlia e l’ultimo giorno di “radio”. Io come padre? Mi ritengo un buon genitore. Innanzitutto l’educazione, poi compagno di giochi, intesa unica e via dicendo. Quello che posso dire su mio padre? Grandissimo, è il top!

giovedì 17 marzo 2016

Il Viminale cerca giornalisti. Gratis per un anno!

Il Viminale
E’ vero che non c’è lavoro in Italia ma addirittura la proposta viene dal Governo, ossia uno dei più importanti dicasteri, il Ministero dell’Interno. Il Viminale cerca un giornalista professionista per lavorare per un anno e non rinnovabile… gratis! “Lo sfortunato” dovrà occuparsi delle «attività di comunicazione per le esigenze della direzione centrale dei servizi civili per l’immigrazione». È previsto solo un rimborso delle spese di viaggio, vitto e alloggio fuori dal Comune di residenza. Ma in compenso nessuno stipendio. Non è tutto: deve essere “esperto”, professionista (lavoro gratis), deve conoscere l’inglese (lavoro gratis) e “un’esperienza documentabile di almeno tre anni nel settore della comunicazione e dell’informazione nelle Pubbliche amministrazioni e/o questa Amministrazione”(lavoro gratis).
La Federazione Nazionale della Stampa Italiana non ci sta e  ha definito “inaccettabile e offensiva” la proposta del Viminale.
 Io spero che non risponda nessun giornalista a questa richiesta. Il Viminale d’altra parte ha pure ragione, quante pubbliche amministrazioni non paga, o paga meno del dovuto “l’esperto in comunicazione”? In Italia succede questo e di più... Ad maiora!!!